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Riflessioni sulla Giornata internazionale dei Diritti delle Persone con Disabilità

Riflessioni sulla Giornata internazionale dei Diritti delle Persone con Disabilità

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“Un giorno all’anno tutto l’anno” è il claim della Giornata internazionale dedicata ai portatori di handicap. Il 3 dicembre 2011, l’Archivio di Stato ospiterà un incontro tra operatori, opinionisti e osservatori. Focus: le opportunità di lavoro per i disabili. Patrocinato dalla Regione Lazio, dalla Provincia e dal Comune di Roma, l’evento rientra nei programmi previsti per la giornata ONU dedicata alle persone con Disabilità. Quanto lavoro ancora da fare! Quanto poco Welfare!

Il lavoro, in quanto valore assoluto nella vita dell’uomo, è alla base dell’equilibrio psichico e dello sviluppo dell’individualità di una persona che si esprime nel bisogno di appartenenza e di relazioni sociali, nell’essere accettati e sentirsi parte della società di riferimento, nel condividere tempi e spazi della propria vita e nell’essere protagonista del proprio vivere sociale. Queste sono le basi di un mercato del lavoro sempre più inclusivo e sostenibile, così come le Istituzioni devono essere l’interlocutore primo e privilegiato per una riflessione approfondita nella realizzazione del miglioramento delle condizioni lavorative delle persone con disabilità. Fino a qui alcuni dei punti che saranno oggetto dell’incontro previsto in occasione della Giornata internazionale dedicata ai diversamente abili. Il convegno patrocinato dalla Regione Lazio, dalla Provincia e dal Comune di Roma, si terrà presso la sede Eur dell’ Archivio Centrale dello Stato Sabato 3 dicembre 2011 e verterà “sulle opportunità di lavoro per i disabili: la situazione attuale e le prospettive future, i passi avanti e il tanto lavoro ancora da fare“. Molte Regioni italiane dedicheranno almeno un appuntamento per onorare la Giornata internazionale.

Un giorno all’anno tutto l’anno: “un cammino di pensiero, dove le persone con disabilità siano ‘risorse’ e non un ‘peso’, dove il cambiamento sia l’espressione di un’etica fondata sul maggior sostegno possibile per la loro dignità, i loro diritti e il loro benessere“. Un cammino difficile se non sostenuto da adeguate politiche di Welfare. La loro integrazione nel tessuto sociale di appartenenza è sostenuta da un Programma Internazionale a cui aderiscono tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite (ONU). Le iniziative, le normative, le opportunità lavorative per un’integrazione completa e partecipe delle persone con disabilità sono di competenza delle singole nazioni aderenti, per cui sono una delle voci che interessano gli investimenti nazionali sulle politiche sociali e del lavoro (Welfare).

Il 3 dicembre è la data scelta dall’ONU per la Giornata Internazionale dei Diritti delle Persone con Disabilità. La giornata è stata istituita nel 1981, l’Anno Internazionale delle Persone Disabili, è ha ispirato il Programma Mondiale delle Azioni riguardanti le persone disabili (World Program Action, WPA) adottato dall’ Assemblea Generale ONU del 3 dicembre 1982 con la risoluzione 37/52 di cui si riporta la traduzione in Italiano dal documento originale in Inglese:

L’Assemblea Generale,

Viste le risoluzioni: 31/123 del 16 dicembre 1976, con la quale è stato proclamato l’anno 1981 quale Anno internazionale delle persone disabili; 32/133 del 16 dicembre 1977 che ha istituito il comitato consultivo per l’Anno Internazionale delle Persone Disabili; 33/170 del 20 dicembre 1978; 34/154 del 17 dicembre 1979 in cui, tra l’altro, si è deciso di ampliare il tema dell’Anno Internazionale delle Persone Disabili per una “completa partecipazione ed uguaglianza”; 35/133 dell’11 dicembre 1980 e 36/77 dell’ 8 Dicembre 1981.

Profondamente preoccupata per le stime secondo cui più di cinquecento milioni di persone soffrono di un qualche tipo di disabilità e che di questi circa quattrocento milioni si trovano nei Paesi in via di sviluppo,

Ribadendo la necessità di continuare a perseguire il diritto delle persone disabili di partecipare pienamente alla vita sociale e di avere parte attiva nello sviluppo delle rispettive società, di godere di condizioni di vita pari a quelle degli altri cittadini, così come di condividere al pari degli altri il miglioramento delle stesse risultante dallo sviluppo sociale ed economico,

Riconoscendo che l’Anno Internazionale delle Persone Disabili ha contribuito all’accettazione da parte della comunità del diritto dei disabili di partecipare pienamente alla vita sociale e allo sviluppo delle loro società e di godere di condizioni di vita uguali a quelle dei loro concittadini,

Convinti che l’Anno internazionale delle persone disabili ha dato un impulso spontaneo e significativo alle attività relative al perequazione delle opportunità per le persone disabili, così come la prevenzione e la riabilitazione a tutti i livelli,

Esprimendo la sua soddisfazione per gli sforzi degli Stati membri nel corso dell’Anno internazionale delle persone con disabilità, atti al miglioramento delle condizioni e del benessere delle persone con disabilità e testimoniati dalla volontà di coinvolgere le persone disabili e le loro organizzazioni di riferimento in tutte le questioni che li riguardano,

Anche esprimendo la propria soddisfazione per le iniziative prese dalle agenzie specializzate e dalle altre organizzazioni delle Nazioni Unite, dalle organizzazioni non governative e, in particolare, dalle organizzazioni delle persone con disabilità,

Prendendo atto della nascita di organizzazioni di persone disabili in ogni parte del mondo e della loro influenza positiva sull’immagine e la condizione delle persone con disabilità,

Avendo considerato l’Affermative Action Plan di Vienna adottato dal World Symposium of Experts on Technical Co-operation among Developing Countries and Technical Assistance in Disability Prevention and Rehabilitation,

Esprimendo il suo apprezzamento al lavoro fatto dal comitato consultivo per l’organizzazione dell’Anno internazionale delle persone disabili,

Dopo aver esaminato la relazione del comitato consultivo per l’Anno internazionale delle persone disabili, relativamente alla sua quarta sessione e alla sua proposta per un Programma Mondiale di Azione riguardante le persone disabili,

Nell’intento di garantire un efficace follow-up per l’Anno internazionale delle persone con disabilità e consapevoli che, se si riuscisse a raggiungere questo obiettivo, gli Stati membri, le organizzazioni e le agenzie correlate al sistema delle Nazioni Unite, le organizzazioni non governative e le organizzazioni di persone disabili dovranno quindi essere incoraggiati a continuare le attività già intraprese, come ad avviare nuovi programmi di attività,

Sottolineando che la responsabilità primaria di promuovere efficaci misure per la prevenzione della disabilità, la riabilitazione e la realizzazione degli obiettivi di “piena partecipazione” delle persone disabili nella vita sociale e sviluppo e di “eguaglianza” spetta ai singoli paesi e che l’azione internazionale deve essere diretta a supportare gli sforzi nazionali relativi,

1. Adotta il Programma Mondiale di Azione riguardante le Persone Disabili secondo quanto previsto nella raccomandazione 1 (IV) dell’ allegato alla relazione del Comitato consultivo per l’Anno Internazionale delle Persone Disabili alla quarta sessione;

2. Invita tutti gli Stati membri, tutte le organizzazioni non governative e le organizzazioni di persone disabili e invita inoltre, attraverso un ridistribuzione delle risorse esistenti, tutti gli organi competenti, le organizzazioni e le agenzie associate al sistema delle Nazioni Unite ad assicurare una veloce attuazione del Programma Mondiale di Azione riguardante le persone disabili;

3. Decide di valutare alla sua quarantaduesima sessione, con l’aiuto del Segretario Generale, l’attuazione del Programma Mondiale di Azione riguardante le persone disabili.

A poco meno di un mese dal 29° anno dell’adozione del WPA, le promesse che avevano accompagnato l’Anno Internazionale non hanno superato la prova del tempo. Pur restando attuale, il WPA ha avuto un impatto sulla percezione sociale riguardante le persone diversamente abili inferiore a quanto si auspicasse l’Assemblea Generale del 1982. L’attualità del WPA si riconosce nella “necessità di affrontare la disabilità dal punto di vista dei diritti umani“, che è anche il primo segnale dell’assenza di un cambiamento sensibile sulle aspettative sociali delle persone disabili. Le difficoltà incontrate durante gli anni sono tutte riconducibili a problematiche di carattere finanziario: il Welfare richiede una disponibilità di fondi importante perché il suo scopo è quello di dialogare con la comunità per ridurre le diseguaglianze sociali (politiche sociali e del lavoro). Le aree d’intervento del Welfare sono anche quelle che definiscono il profilo di una comunità sociale: Istruzione, Sanità, Lavoro, Cultura, disoccupazione, assistenza per persone a rischio sociale (anziani, invalidi, disabili) ecc.

Il WPA si propone come una strategia globale per migliorare la prevenzione delle disabilità e/o favorirne la riabilitazione al fine di garantire alle persone diversamente abili una partecipazione sociale attiva e paritaria rispetto agli altri membri della loro comunità. Un obiettivo ambizioso nell’anormalità del comune vivere sociale in cui l’esteriorità, l’apparire, l’essere normali, s’identifica nell’appartenenza al gruppo sociale statisticamente predominante, condizionabile dalle priorità stabilite dai fondi destinati al Welfare. Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (LPS) conferma l’attuazione della “carta etica” WPA quando afferma che le iniziative promosse “nel campo della disabilità sono finalizzate, in particolare, alla tutela e promozione dei diritti e delle pari opportunità per tutti, al raggiungimento della piena inclusione sociale e della costruzione di una ‘società per tutti’, anche attraverso la rimozione delle cause che impediscono o limitano l’accessibilità ai diversi ambiti della vita delle persone“, però è sempre il Ministero a “confermare” le difficoltà concernenti l’impegno assunto se l’ultima Conferenza Nazionale sulle politiche della disabilità si è svolta nel 2009 e se l’ultima ricerca di rilevanza nazionale promossa dallo Stato in merito alla “promozione degli interventi in materia di protezione sociale e cura delle persone non autosufficienti” risale al 2007 con un incarico affidato all’Istituto per la Ricerca Sociale (IRS) “finalizzato all’analisi del sistema di protezione sociale e cura delle persone non autosufficienti ed alla definizione di possibili proposte per la riforma dell’assistenza ai non autosufficienti in Italia“.

Il sistema di protezione e cura delle persone non autosufficienti: prospettive, risorse e gradualità degli interventi, è un’opera imponente. 682 pagine create con l’obiettivo di “mettere a disposizione del Ministero del Welfare e del dibattito pubblico un insieme di dati, informazioni e analisi utili per affrontare la definizione delle politiche nazionali di protezione e cura delle persone non autosufficienti negli anni a venire“. Un progetto promosso dall’ LPS che per quanto esaustivo non può più essere considerato attuale perché sono cambiate profondamente le politiche del Welfare. Noi come ogni altra testata giornalistica che si occupa d’informazione territoriale, interagiamo quotidianamente con le istituzioni perché ogni situazione locale presenta un panorama istituzionale accessibile. Il reperimento di dati, documenti e informazioni è relativamente semplice perché il giornalista territoriale vive la “località” che racconta, ha referenti all’interno della comunità che vive e crea ponti di raccordo tra il cittadino e le istituzioni. Il ruolo politico di Capitale d’Italia rende Roma un punto di osservazione privilegiato sulle politiche sociali in essere.

[ N.d.R. ] in underline n.d.r. sugli eventi catalizzatori che hanno condizionato il welfare romano. Dal crollo del segmento dei mutui americani con conseguente onda d’urto che investì l’Unione Europea (2008/2009) ai Controsensi di Soros che avevano previsto il ritorno della crisi su scala globale.

La crisi dei Mutue Prime americani non ha ancora investito l’Europa:

Impatto crisi:

Si torna a respirare:

  • Gennaio 2011: la Provincia di Roma approva una manovra finanziaria (non più voce diretta su bilancio) di “598 milioni di euro per promuovere la crescita economica del territorio“.

La crisi torna a bussare durante l’estate e..

  • Novembre 2011: il Municipio Roma XVI esprime parere negativo sul piano regolatore sociale della giunta Alemanno a causa di ”evidenti inadeguatezze a partire dalla sua programmazione quinquennale con aggiornamenti annuali solo per i Piani di Municipio, di fatto svincolando programmazione e risorse, in un quadro confuso e poco credibile, in cui il bilancio triennale viene scavalcato da una programmazione di interventi sul welfare a cinque anni. Il Piano inoltre non fa alcun passo avanti sul tema dell’integrazione, limitandosi a dichiarazioni di principio senza alcun intervento effettivo”. Bocciatura del piano anche dal Municipio Roma XI perché “si pone in un rapporto di continuità con lo smantellamento del welfare, con la negazione delle risorse ai territori, con il sostanziale abbandono delle comunità locali al loro destino, perpetrato in questi anni dal governo nazionale“.

Qui le persone con disabilità rappresentano un gruppo sociale che non è considerato una priorità. La reperibilità di fondi e l’incertezza economica e politica non facilitano la situazione. E’ un problema serio perché dal 1982 fino a oggi l’etica e la morale sociale hanno scoperto che non possono fare a meno del diritto alle pari opportunità delle persone diversamente abili.

[ N.d.R. ] La Giornata internazionale dei Diritti delle Persone con Disabilità deve essere celebrata con forza non fosse altro perché c’è un Welfare moderno tutto da reinventare.
La mancanza di fondi rende impraticabile la via di uno Stato garante e portavoce di politiche sociali dedicate senza la partecipazione attiva della collettività. L’incipit allora potrebbe essere quello delle banche con liquidità a rischio. Le Banche Centrali degli Stati membri dell’Unioni Europea coordinano un’azione per coprire il rischio mentre, in contesto Italia, si rivisita l’ attenzione dei legislatori sulle agevolazioni profit per organizzazioni no-profit, diverse delle quali sono legate al mondo del volontariato e della solidarietà sociale. Una prima evidenza dimostrabile è che al Volontariato si sta chiedendo di coprire un ruolo che non gli compete, perchéil pubblico si sente rassicurato e spinto a imitare i volontari, quindi a partecipare e svolgere attività“.

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