Per dare nuovo slancio al turismo ricettivo italiano – settore tra i più colpiti dal lockdown della scorsa primavera – il governo aveva introdotto il Bonus Vacanze 2020, garantendo un credito a favore dei nuclei familiari con ISEE fino a 40 mila euro per il periodo d’imposta 2020. Si tratta di un’agevolazione utilizzabile fino al 31 dicembre 2020 il cui obiettivo, scrissi su Impresa Hotel, “è aiutare non solo il consumatore ma anche le strutture turistiche che si sono adeguate dal punto di vista delle procedure per gestire al meglio la ripartenza”. Il bonus è fruibile fronte operatori fino al 30 giugno 2021 come da decreto legge n.137 del 28 ottobre 2020.
A distanza di mesi, con il capodanno che si avvicina e in piena seconda ondata covid-19, il tema del Bonus Vacanze è sempre molto sentito e attuale. Qui non voglio entrare in merito alla questione se finora il bonus sia stato gestito bene o male. Come fornitore di servizi e soluzioni per la ricettività alberghiera sono a conoscenza anche delle difficoltà incontrate dai turisti nel provare ad utilizzare il bonus: non tutte le strutture ricettive hanno saputo far buon uso di questo bonus rilancio. Però sono anche a conoscenza delle motivazioni che hanno portato alcune strutture a tentare di monetizzare al meglio i bonus: le difficoltà di incassare il valore del bonus versato dal cliente.
Come Amministratore delegato di Fas Italia ho sostenuto la validità di questo incentivo fin da subito, perché è uno strumento concreto che incontra le problematiche degli albergatori in merito a una questione pratica, i pagamenti. A maggio proponemmo una soluzione su misura, attenta all’attualità dei nostri clienti e in sinergia con loro – base fondamentale di ogni problem solving. Il Bonus Vacanze esiste per rilanciare l’economia di un intero settore e questo rilancio è necessario perché un settore che vive di eventi, socialità, viaggi e vacanze, fa i conti con tutti i limiti imposti dalla pandemia. Si tratta di un problema che riguarda anche il settore della ristorazione e ogni altro settore che serve clienti in viaggio per piacere o per lavoro. La soluzione è ancora in essere perché i tempi non sono cambiati.
Fas Italia attualmente è ancora uno dei pochi fornitori che accetta in pagamento i buoni vacanza degli alberghi, per venire incontro alle esigenze degli albergatori di monetizzare i bonus incassati dagli ospiti che hanno usufruito di questa agevolazione offerto dallo Stato. Offrendo la possibilità agli alberghi di acquistare i prodotti pagando tramite il credito di imposta scaturito dai bonus vacanza, l'azienda favorisce l'albergatore ad accettare questo pagamento.
Se dovessi entrare in merito alle opportunità offerte da questo bonus per chi opera nel settore ricettivo, direi che il bonus vacanze non si è rivelato per molti un’opportunità vincente, in quanto dopo mesi di fermo quello che è mancato è stata la liquidità. Lavorando in molto casi sotto il 50%-70% rispetto all’anno precedente, è difficile investire a medio termine se è difficile anche solo recuperare questi buoni grazie al credito di imposta e pur pagando meno tasse: si devono considerare le spese di gestione, i fornitori, tutti quei pagamenti per cui il mancato incasso della quota bonus aggiunge un nuovo problema di liquidità a quello esistente.
Il Bonus Vacanze non è stato creato dal nulla ma in buona parte eredita diverse delle caratteristiche ben note agli operatori del settore turistico, quelle dell’Art. 10, Decreto Legge 31 maggio 2014: Disposizioni urgenti per l’introduzione di un credito di imposta per favorire la riqualificazione e l’accessibilità delle strutture ricettive, con incipit comma 1 che specifica per migliorare la qualità dell’offerta ricettiva ed accrescere la competitività delle destinazioni turistiche.
Il principio fondante è quello del credito d’imposta – “Le strutture alberghiere che possono accedere al credito d’imposta devono soddisfare alcuni requisiti, tra cui la presenza di 7 camere per il pernottamento degli ospiti. In questa categoria rientrano gli alberghi, i villaggi alberghi, residenze turistico-alberghiere, alberghi diffusi e altre tipologie di strutture, individuate come tali in base alle specifiche normative regionali.” – che la Finanziaria del 2017 riconobbe anche per il 2018. In merito alla storia da cui prende spunto l’attualità del Bonus per gli albergatori c’è molto da dire e ci sarebbe molto da discutere.
La mia scelta come professionista prima che come AD Fas Italia è stata quella di andare incontro alle attuali esigenze degli operatori del turismo ricettivo, in primo luogo dei clienti della mia azienda, perché la pianificazione d’investimenti non può sottostare alla voce di un pagherò: le risorse da investire devono essere chiare. Accettare in pagamento bonus per il 30% del valore di un’ordine per me significava permettere ad un operatore di ottimizzare altrimenti il tempo che dedicherebbe a trovare risorse utili per mantenere la sua struttura operativa e a norma, ma viste le molteplici esigenze degli albergatori che avevano necessità di rinnovare alcune attrezzature come frigobar, asciugacapelli e carrelli, in autunno abbiamo alzato la quota al 50% fino ad arrivare a garantire la copertura del 100% tramite credito d’imposta per gli ordini di questo mese.