La prima nuvola di polvere si alza sull’aeroporto di Kabul intorno alel 18:30, ora afghana. Poi gli spari e almeno altri due attacchi kamikaze. Il C-130j dell’aviazione militare italiana, impegnato nell’evaquazione degli Italiani e degli afghani che hanno collaborato direttamente con l’Italia nell’ambito della missione internazionale, esce illeso da una sparatoria. La struttura Emergency diventa il primo presidio medico per i feriti dell’aeroporto in cui è impegnata in primo soccorso un’altra ong italiana. Durante la serata vengono registrati altri tre attentati, uno nel centro di Kabul. Tra messaggi di cordoglio e solidarietà, il tweet di Adolfo Urso che chiede al governo di fornire informazioni al Copasir.
L’afflusso dei feriti nella struttura Emergency, unitamente allo stato psicologico di molti di loro, è tale che alle 20.44 ora italiana il Medical Coordinator dell’associazione umanitaria, Alberto Zanin, dichiara: “Raramente abbiamo visto una situazione così“. Il numero dei feriti lasciava pensare che le stime dei morti fossero molto al ribasso rispetto ai 13 dichiarati. Tra le prime vittime accertate almeno 4 marines americani. Impegnate in primo soccorso diverse ong tra cui la COSPE, prima a testimoniare vittime, ong di Firenze impegnata in Afghanistan dal 2008 al 2019 per sostenere le associazioni locali con progetti sui diritti delle donne e su sostegno e sicurezza degli attivisti per i diritti umani.
L’intelligence britannica è la prima ad attribuire la matrice degli attentati all’ISIS. Nei giorni precedenti, più volte i servizi segreti britannici e statunitensi avevano allertato sulla possibilità di un attacco imminente. La prima allerta risaliva a 7 giorni fa. Lo scenario creato dall’annuncio pubblico della data di fine missione internazionale, 31 agosto, che ha scatenato il caos diplomatico e la ressa degli ultimi giorni all’aeroporto di Kabul, era molto simile a quello dell’autunno 2018, elezioni afghane, con Talebani e Stato Islamico in competizione nel Khorasan: l’unico interesse dell’ISIS allora era quello di farsi notare “con uno o due attacchi di estrema violenza” – analisi ISPI – conquistando le prime pagine.
Il Site – principale organizzazione non governativa al mondo specializzata in monitoraggio e analisi delle attività online di gruppi estremisti – conferma la matrice ISIS: la rivendicazione è stata pubblicata sul canale telegram di Amaq, strumento di propaganda dell’omonima agenzia stampa fondata nel 2014 dal sedicente stato islamico.
ISPI - Speciale Afghanistan sull'attentato terroristico a Kabul: Cosa rimane del lavoro fatto dall'Italia in Afghanistan? Silvia Boccardi e Francesco Rocchetti ne parlano con Claudio Bertolotti, ricercatore associato ISPI, co-fondatore e direttore Osservatorio ReaCT, già operativo in Afghanistan come capo sezione controspionaggio NATO.