“Il virus maledetto ci ha portato via Flavio Kampah Campagna, uomo, padre, artista, genio” – Federico Pizzarotti, sindaco di Parma, Facebook 27 agosto 00:20 – “Quanti progetti di cui abbiamo parlato, forse troppi per farli tutti, ma tu eri così, Flavio: esuberante come sempre, un vulcano di idee e di vita“. Flavio Campagna, in arte Kampah, di cui tratteggia Venice Stories di Jason Hill, muore all’età di 59 anni per Covid, ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Maggiore di Parma, la sua città natale. Kampah era un talento poliedrico a cui il Made in Italy deve tanto. L’antitesi no-vax, lo ricorda Alex Orlowski: “era rientrato in Italia per vaccinarsi ma il Covid è arrivato prima“.
“Non c’è la vita, non c’è la morte, hai detto a tutti noi, ai tuoi familiari, alla nostra comunità, forse per tranquillizzarci” – scrive il sindaco Pizzarotti nel suo post su Facebook – “forse per non scoraggiarci, sicuramente per dirci di andare avanti e di continuare a camminare“. Kampah era una persona che amava la vita e i suoi lavori riflettono la sua attitudine propositiva nel vivere con il sorriso. EMMY Award per la regia di una sigla ABC Television, presente in collezione permanente al MOMA per la Cherry Coke, come regista il suo portfolio include anche Apple, Adobe, Sydney 2000, campagne per Sky Arte e campagne di sensibilizzazione per la Protezione Civile, collaborazioni con Ridley Scott come la sequenza iniziale di Black Hawk Down. Dal 2011 Stencil Artist internazionale, Kampah e i 7 REvees di Roma.
Street Art nel cuore, Kampah ha vissuto le sue esperienze professionali da spirito libero non relegabile in stereotipi: un viandante e cittadino del mondo sempre pronto al sorriso, sguardo sempre alto. La Voce di New York – intervista pubblicata il 20 novembre 2018 – ne propone un ritratto a tutto tondo che non lesina parole alla sua città: “Io la chiamo Parmatraz da anni proprio per questo: una cella fredda e umida da cui scappare, come nel film di Clint Eastwood, ma che spero finalmente si svegli dal suo torpore sulle ali del classicismo proprio in occasione del 2020. Staremo a vedere…”. Il suo ultimo messaggio video, allettato in terapia intensiva, è una dedica d’amore al risveglio sperato, di tutti.
Non c'è la vita, non c'è la morte.
Non c'è mai stata nella mia vita e in quella degli altri.
Non voglio un funerale, voglio una festa.
Voglio che tutti bevano, che siano tranquilli, che cantino.
Mia figlia Irene in Scozia il cuore della mia vita, mia madre, mio fratello Gino in america, siete tutti nel mio cuore e lo sapete, anche quando non ci sarò io e ci sarete voi.
La vita è questa, vivetela fino in fondo così come ho fatto io.
Liberatevi dagli altri, è la cosa più importante, voi non siete niente è l'universo che è importante, noi siamo parte di una cosa unica. Non c'entra la religione, non c'entra lo spirito, è tutta una cosa unica. Quindi vivetela fino in fondo con gioia e con amore.
Sapete tutti a chi voglio bene e siete tutti con me.
Non c'è la vita non c'è la morte.
