Resilienza: un termine che indica non solo la capacità di far fronte ad un evento tramuatico e di superarlo ma, soprattutto, l’attitudine positiva nell’affrontarlo e nel superarlo senza tradire sé stessi. La comunicazione durante la pandemia ha abustato dell’uso del termine, spesso senza alterarlo ma in alcuni casi mistificandolo. All’estremo opposto del significato del termine, in Italia, il suo uso improprio nel brand anti-lockdown che tra marzo e maggio 2020 fece proseliti sull’insicurezza di persone colpite come tutti dall’evento inatteso della pandemia: Nuova Resistenza Italiana 2020 (NRI) il 31 marzo 2020 faceva parlare di se come fronte di resistenza alle norme del lockdown. Quello che era NRI nel 2020, quale catalizzatore d’insofferenza quarantena, è Basta Dittatura nel 2021, catalizzatrice d’insofferenza a fantomatiche “dittature di Stato”. Cos’era NRI?
Nato sotto l’egida di “The Walk of Change” (Il Cammino del Cambiamento), ideale creato e perseguito da Andrea Libero Gioia e sostenuto dall’associazione AlbaMediterranea di Orazio Fergnani, riporta h24 notizie, 30 marzo 2020, NRI presentò le proprie linee guida in concomitanza alle contestazioni in Francia: Gioia, più volte stigmatizzatosi anti-vax, propose la sua visione “pubblicamente auto-dichiarandosi protavoce dei ‘Gilet gialli italiani’“. Le fonti da cui NRI traeva materiale per le sue chat su Telegram erano riconducibili a pagine blogspot, LinkedIn, Instagram e Facebook. Il cambio di passo di NRI avviene intorno al 15 marzo 2020, momento in cui il movimento anti-quarantena iniziò a spingere su una call to action legale contro tutto e tutti: contro il complottismo di chi legge le notizie che gli convengono e di chi crea leve per attirare menti fragili. Tra i cavalli di battaglia NRI la diffusione di fake news sulle origini del virus, sull’esproprio case, unitamente al terrorismo informativo sul 5g-covid e il castello di carte costruito sulla “delibera di gennaio“. Il rebrand da Resistenza a Resilienza fu diffuso tra aprile e maggio, con uso termine in chat e canali correlati.
Tra le attività promosse, l’endorsement alla raccolta fondi per 420.000 euro relativa all’acquisto del ‘microscopio delle verità’, un obiettivo – quello della raccolta fondi – che due delle fonti di riferimento per NRI perseguivano da circa 15 anni. “Siamo nel 2005, quando il sito beppegrillo.it è sempre più frequentato e attorno al comico ruotano tante persone che hanno qualcosa da dire: scienziati, giornalisti, politici” – Giornalettismo, 6 settembre 2017 – “Una di queste è Stefano Montanari, che seguì Grillo durante la sua tournée Incantesimi. Grillo concesse a Montanari alcuni minuti dal suo palco, per sostenere un progetto. Quale? L’acquisto di un microscopio ESEM. Montanari, in effetti, divulgava le ricerche di sua moglie, la dottoressa Antonietta Gatti, relative a quelle che venivano definite ‘nanopatologie’, malattie le cui cause sarebbero da imputare a particelle microscopiche dovute all’inquinamento; in particolare, era la tesi di Grillo, agli inceneritori“. La raccolta fu promossa in primo luogo sul canale telegram NRI ma anche su Facebook attraverso gruppi pubblici, su pagine blogspot e diffusa su video di aggiornamento relativi alle attività del movimento.
Durante il suo massimo periodo di notorietà il movimento subì, stando a quanto riportarono le chat pubbliche del canale telegram, un attacco alle chat regionali – “Vuol dire che ci temono, che siamo nel giusto” affermarono sul canale e poi su video youtube – a cui NRI rispose con una riorganizzazione interna che incluse, tra l’altro, lo spostamento da Facebook a Blogger di video sul 5g e la richiesta di dati personali per garantire la privacy del gruppo. L’invio dei dati doveva avvenire con una e-mail indirizzata al rappresentante regionale, la spiegazione dei dettagli venne delegata ad un video youtube. In quello stesso periodo venne dato ulteriore spazio a “uno dei gli esperti di vaccini citati dai no-vax e dai sostenitori della libertà di scelta in campo vaccinale che lo presentano spesso come ‘miglior virologo dell’anno‘” – Next, 5 febbraio 2019. Spazio anche alle fake news sulle cure alternative, che assegnavano alle vitamine il ruolo di deterrente e che incontrarono una dura reazione: “YouTube e Facebook finiscono sotto la lente dell’Agcom a causa dei video sul coronavirus di Adriano Panzironi, l’inventore della contestata dieta Life 120” – Wired, 22 marzo 2020.
Note in punto. "Siccome hanno clonato addirittura il mio nome sia in whatsapp che in telegram, di conseguenza c'è un falso Andrea Libero Gioia che non sono io, che lo potete notare già da come scrive, perché parla di atti violenti di marce su Roma…" - Open, 21 aprile 2020. Vero, NRI non incitava alla marcia su Roma per il 25 aprile: invitava a violare le norme della quarantena, forniva vademencum utile in caso di posti di blocco, sottolineava "non firmate nulla". NRI faceva parte di una costellazione disinformante su un virus senza precedenti. Tra gli effetti della disinformazione sul virus nel 2020 è emblematica la storia di Dario Musso. Fuori discussione la posizione della famiglia e degli avvocati secondo cui "stava solamente esprimendo il proprio pensiero rispetto a questa situazione", e la sproporzione del TSO subito, da sottolineare lo scambio di battute con la pattuglia dei Carabinieri che lo fermò per un controllo che include anche la sua opinione sulla divisa dell'Arma. Il video originariamente diffuso su YouTube non risulta più disponibile da diverso tempo ma alcune sue parti sono state utilizzate per realizzare il trailer, pubblicato il 20 marzo, di un documentario sulla sua esperienza.