“Una violazione come questa costringerà alcuni di questi attori a trovare fornitori di sicurezza al di fuori del Nord America” per migliorare la privacy e la sicurezza delle loro piattaforme. Ad affermarlo è Gabriella Coleman alla CNN in Politics 21 settembre: “il dump dei dati ha confermato molti dettagli dell’ecosistema di estrema destra“. La CNN dedica spazio anche alle considerazioni di Emma Best, co-founder DdoSecrets – sulla cui piattaforma è mantenuto il dataset Epik Leak – già oggetto di una rettifica Gizmodo, che non esclude la possibilità che il leak impegnerà per mesi giornalisti e analisti “alla ricerca di indizi su come siano collegati diversi attori e organizzazioni di estrema destra“.
Il reportage CNN include anche la posizione assunta dal registrar Epik sul breach di 16GB SQL: “In una dichiarazione alla CNN martedì sera, Epik ha affermato che le informazioni rilasciate da Anonymous includevano dati su 15 milioni di persone che erano già pubbliche“. Un’affermazione che corrisponderebbe a dato di fatto dalla prospettiva del metodo di raccolta dei dati dei non-clienti Epik, effettuato attraverso interrogazioni domain whois. Così come CNN anche The Washington Post (WP) il 21 settembre informava sulle conseguenze del leak, approfondendo: “Epik è stato a lungo il provider preferito dell’estrema destra, fornendo ai teorici di QAnon, Proud Boys” e altri coinvolti nel Capitol Riot.
The owner of PROUDBOYSCALGARY/.com is actually Christopher Barber of Calgary, Alberta, Canada.
— Epik Fail Data Leaks (@epikfailsnippet) September 17, 2021
Apparently, he works as a Consultant for Trans Mountain.
Yes, *that* Trans Mountain. #EpikFail
Though you could hide, eh? https://t.co/UsD2jsoOCF
Epik, prosegue il WP, ha consentito agli istigatori dell’attacco del 6 gennaio “di trasmettere messaggi di odio da dietro un velo di anonimato. Ma quel velo è improvvisamente svanito la scorsa settimana quando un’enorme violazione da parte del gruppo di hacker Anonymous ha esposto più di 150 gigabyte di dati precedentemente privati, inclusi nomi utente, password e altre informazioni identificative dei clienti di Epik“. Riguardo la posizione di Epik sul gruppo antiaborto Texas Right to Life, il cui sito era stato rimosso dall’hosting GoDaddy per il doxing sui fornitori di servizi medici che violerebbero il divieto di aborto dello Stato, “i record mostrano che Epik era registrar la scorsa settimana“.