“A meno di 24 ore dalla notifica del provvedimento la Procura di Roma ha fatto un passo indietro e, in tempi record, ci ha notificato la revoca del decreto di sequestro” – Fanpage.it, 24 settembre. Il nuovo provvedimento che revoca il decreto di sequestro preventivo e oscuramento dell’inchiesta Follow The Money, comunicato dalla Polizia Postale di Napoli, non è una conseguenza di istanza di opposizione perché, come chiarisce Fanpage.it, l’atto notiificato non era stato impugnato: “ci siamo limitati a prendere atto della decisione del Gip e ad attendere il il Pm desse mandato alla postale per l’oscuramento”. Il passo indietro della Procura di Roma è stato dunque deciso internamente.
“Un risultato possibile solo grazie all’enorme mobilitazione di colleghi, politici e cittadini” – ringrazia Fanpage.it, facendo il punto sulle 24 ore vissute – “Ma anche il segnale che la libertà di stampa è sotto attacco, anche in Italia” perché la testata telematica non ha fatto altro che difendere un diritto acquisito. “Non c’è nulla da festeggiare, perché da nessuna parte, nemmeno nella revoca, si attesta il principio che mai e poi mai un contenuto giornalistico debba essere messo sotto sequestro o oscurato in via preventiva, salvo nei casi previsti dalla Costituzione, casi tra cui non rientra la diffamazione”. Quanto accaduto conferma report che documentano la pressione cui è sottoposta la stampa italiana.
Ma non solo la stampa italiana: i report sullo stato dell’informazione chiariscono che la pandemia ha causato un incremento di pressione sulla libertà di stampa anche per congiunture dovute alle campagne elettorali che hanno dominato le scene politiche di diversi paesi dagli Stati Uniti alla Russia. Emblematica, la posizione di un candidato minore di estrema destra nel panorama politico statunitense, Ron Bassilian in Republican Party, che tra il 2020 e il 2021 ha riproposto più volte la sua teoria riflessiva, “La violenza è attivisimo. L’attivismo è giornalismo“, dedicata alla parte dominante della sua base elettorale dichiaratamente antifa. Per la Russia parla l’oscuramento chiesto a Google.